MERCOLEDI' SANTO - Preparativi per la processione

Nella serata del Mercoledì Santo alcuni confratelli della Confraternita di Santa Croce della Foce si radunano per iniziare i preparativi di tutti gli apparati processionali.
Il Crocifisso viene deposto sul cataletto e la Vergine Addolorata nella settecentesca raggiera; i due simulacri quindi sono pronti per essere portati in processione.

IL CROCIFISSO è una potente ed impressionante scultura lignea policroma del sec. XVI, che la tradizione vuole scolpita in un unico tronco di fico con le braccia snodate per trasformare l'immagine da Crocifisso a Deposto.
Gesù viene raffigurato morente e con il capo reclinato sulla spalla destra . L'intenso manufatto mette in luce una cura di particolari veramente eccezionali: la corona di spine è aggiunta in cuoio, come pure è in cuoio la ciocca di capelli che scende sulla spalla sinistra; sono scolpiti gli altri capelli, la barba, la bocca semiaperta con i denti, gli occhi socchiusi; è evidenziata l'anatomia delle ossa, dei muscoli.
Le macchie nere che contornano le ferite delle mani, dei piedi e del costato, sono dovute all'uso del balsamo di Cantiano, una antica consuetudine presente a Gubbio fino agli inizi del '900 e ripresa dal 2010.
In occasione della processione, nelle ferite del Cristo, veniva messa della bambagia con il balsamo (sostanza resinosa odorifera) per poi prelevarne dei fiocchi per devozione.
Sullorigine della scultura sono in corso diversi studi non suffragati fino ad oggi da supporti documentari, ma che orientano le ricerche verso la bottega biturgense di Romano Alberti detto il "Nero".
Di questo eccellente intagliatore si conoscono molte opere tra le quali un Crocifisso nella chiesa di Santa Maria delle Grazie al Rivaio di Castiglion Fiorentino, realizzato nel 1562, che nel confronto con il simulacro eugubino, mostra fortissime analogie: il modellato complessivo, i tratti somatici ed espressivi delle due sculture del tutto simili, gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta, addirittura il panneggio del perizoma, sono talmente coincidenti da far pensare ad un unico artefice. Nero Alberti aveva aperto una bottega intorno alla metà del '500 in Sansepolcro dove produceva numerose statue per committenze umbre, toscane, marchigiane.


LA ADDOLORATA è una statua in cartapesta, acquistata dalla Confraternita nella prima metà dell'Ottocento; è certamente una bella composizione che risente del pietismo romantico ottocentesco.
Da riscontri stilistici (vedi Cattedrale di Ferrara e Sant'Alberto di Ravenna) possiamo affermare con certezza che si  tratta di un'opera uscita dalla bottega Ballanti - Graziani di Faenza.
E' possibile che tale scelta sia dovuta alla presenza a Gubbio e a Santa Croce del pittore faentino Tommaso Minardi, amico e frequentatore dei Ballanti.
Non si conosce l'autore dell'invenzione iconografica della statua ma a Faenza tale immagine era molto comune e veniva riprodotta nella prima metà dell'Ottocento su targhe in maiolica policroma.


- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dall'opuscolo "La Venerabile Confraternita di Santa Croce della Foce e la processione del Cristo Morto".
- Foto  tratte dal sito "Confraternita Santa Croce della Foce".